Rivendere usato online: 10 consigli

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    Le app e i siti per rivendere usato online stanno attraversando un periodo di grande popolarità: sono piattaforme con milioni di utenti attivi, in cerca di affari e di nuovi modi per svuotare l’armadio. Vinted e Wallapop sono solo gli ultimi arrivati in un mercato longevo e in espansione: eBay, il nonno dei marketplace per la rivendita dell’usato, è nato nel 1995.

    Comprare su queste piattaforme è effettivamente conveniente: spesso si trovano oggetti pari al nuovo a meno della metà del prezzo di negozio. Vendere, però, non è altrettanto facile, perché più utenti ci sono e meno possibilità si hanno di far notare i propri articoli ai potenziali compratori. La situazione si complica se, come accade, le piattaforme non guadagnano più sulle commissioni a transazione avvenuta, ma sulle sponsorizzazioni di singoli oggetti o interi profili. Significa che la limitazione della visibilità diventa una caratteristica strutturale del funzionamento dell’app, con buona pace delle nostre speranze di tirar su qualche soldo senza penare troppo.

    Se questo non riesce a scoraggiarti e rivendere usato online continua a sembrarti una buona idea per arrotondare lavorando da casa, eccoti qualche consiglio per affrontare il compito con qualche marcia in più. Non troverai formule magiche per arricchirti in fretta, ma avrai un’idea più chiara di cosa serve per innalzarti appena sopra il rumore di fondo degli annunci che nessuno leggerà.

    Diversifica gli annunci

    Basta passare un po’ di tempo su un’app per intuire alcune cose fondamentali: il tipo di utenti a cui si rivolge, il prezzo medio degli oggetti in vendita, le regole più importanti da seguire nelle transazioni. Una volta colte le caratteristiche principali, è tempo di capire quale oggetto vada su quale app o sito, perché postare tutto su un solo profilo potrebbe farti perdere qualche occasione. Facciamo qualche esempio.

    Mettiamo che tu abbia da vendere una gonna: se è firmata la posterai su Vestiaire Collective; se è di H&M su Vinted; se è vintage e/o da collezione preferirai Depop (o Etsy, o eBay); se vuoi consegnare solo a mano c’è Facebook Marketplace (o Subito, o Wallapop). Ogni piattaforma ha un suo pubblico, che considera accettabili certe condizioni e inaccettabili certe altre.

    Su Vinted tutti sono alla ricerca del prezzo stracciato e postare un oggetto firmato ti costringerà a venderlo a un prezzo basso (occhio alle truffe!). Sul Marketplace di Facebook troverai acquirenti poco propensi a pagare la spedizione (vagli a spiegare che il contrassegno non è una strada praticabile). Su Depop potrai caricare un po’ sul prezzo di capi di tendenza. Potremmo continuare all’infinito, ma il punto è sempre lo stesso: più conosci le community delle varie app e meglio puoi decidere cosa vendere, e dove.

    Un consiglio aggiuntivo

    Leggi le recensioni delle app che ti interessano su Google Play o su TrustPilot. Se superi lo shock dei mille modi in cui una transazione può andare male online, troverai indizi preziosi sugli sbagli da non fare mentre carichi il tuo prossimo articolo.

    Scegli il giusto prezzo

    (Quasi) tutto è vendibile, alla cifra adatta: trovarla ha meno a che fare con la magia che con lo studio. Cerca online altri oggetti simili in vendita, e appuntati il prezzo medio. Parti da questa base e fai alcune considerazioni ulteriori. Alza leggermente la cifra se le condizioni sono ottime (ancora col cartellino, nella confezione originale, con lo scontrino di acquisto etc.). Abbassala se ha qualche difetto o segno d’uso; se non c’è tanta richiesta di oggetti simili; se vuoi battere la concorrenza e vendere velocemente.

    Quest’ultimo punto è un po’ controverso: un prezzo basso non sempre è garanzia di vendita rapida. Può esserlo se l’oggetto è molto ricercato, altrimenti preparati a conviverci per un tempo più lungo del previsto. Se la tua priorità è svuotare l’armadio (o i cassetti, o la soffitta) considera anche la vendita in blocco a prezzo scontato (i set su Vinted, i bundle su Depop).

    Alcune app o siti di rivendita dell’usato applicano una commissione a transazione avvenuta: tieni conto anche di questa percentuale quando decidi il prezzo, per scongiurare l’ipotesi di rimetterci invece di guadagnare. Il principio vale allo stesso modo se la spedizione è a tuo carico.

    Un consiglio aggiuntivo

    Non partire subito col prezzo più basso a cui pensi di vendere. Lascia un margine di qualche euro per offrire lo sconto a chi ti contatta per chiederti informazioni sull’articolo.

    Cura le foto

    Sembra scontato che le foto su un annuncio online debbano essere chiare (ben esposte), leggibili (su uno sfondo ordinato) e veritiere (con colori fedeli). Ma quando ci si imbatte nell’ennesimo post con foto tremolanti, scure, immerse in una luce gialla e scattate sulla tovaglia ad uncinetto della sala da pranzo, viene da chiedersi: scontato per chi?

    È vero, non sempre si ha il tempo per fare le cose per bene, e l’idea di perderne parecchio solo per fare le foto per gli annunci è abbastanza risibile. Ma basta davvero poco per migliorare la situazione.

    Fai le foto con la luce naturale del giorno, mettendoti vicino alla finestra se non hai un giardino o un balcone. La luce del sole viene percepita come neutra dall’occhio umano, quindi otterrai dei colori più simili a quelli effettivi dell’oggetto. Evita la luce diretta e le ombre profonde; preferisci la luce morbida che arriva da dietro una tenda (meglio se bianca).

    Scegli uno sfondo uniforme (una parete o l’anta di un armadio). Aggiungi qualche foto di dettagli utili per chi valuta l’acquisto (una lavorazione particolare, il tessuto, l’etichetta, dei difetti se ce ne sono). Se proprio vuoi strafare puoi fotografare il capo indossato: te lo chiederanno in ogni caso, magari prima di sparire per sempre nell’ombra (dire “non fa per me, grazie” sarà una grande conquista per una civiltà evoluta – che per ora non è la nostra).

    Un consiglio aggiuntivo

    Se mediti di acquistare attrezzatura per un set più professionale, comincia con:

    • un color checker per controllare la resa dei colori
    • una lightbox per fotografare accessori e piccoli oggetti
    • un fondale neutro come sfondo per abiti e oggetti più grandi
    • una coppia di flash a slitta (o di luci a led) per fotografare in interni con luce artificiale

    Scrivi descrizioni dettagliate

    Una buona descrizione è impegnativa da scrivere, e merita le tue migliori energie. Il suo compito è duplice: esaltare i punti di forza dell’oggetto che vendi, e rispondere all’80% dei dubbi che una persona interessata può avere dopo aver guardato le foto. Il tempo che risparmi scrivendo una descrizione approssimativa è inversamente proporzionale al tempo che dovrai passare a rispondere alle domande in chat per colmare le lacune del tuo annuncio.

    Gran parte delle piattaforme di rivendita online dell’usato ha un motore di ricerca interno. Ciò significa che una descrizione più dettagliata verrà premiata con una maggiore visibilità dell’annuncio. Inserisci tutti i dettagli rilevanti dell’oggetto: colore, materiale, misure, anno o periodo di produzione, condizioni. Se conosci i termini tecnici con cui ci si riferisce a particolari stili o generi pertinenti all’oggetto in questione, usali pure. Evita, però, di usare termini che cavalcano i trend del momento se con l’oggetto non hanno nulla a che fare (quello che su Depop si chiama spam tagging).

    Misure e difetti

    Le misure sono molto importanti, specie se si parla di abbigliamento e soprattutto se è abbigliamento vintage. Nel corso dei decenni le taglie si sono modificate parecchio: una taglia 44 di oggi e una degli anni ’70 vestono due corpi totalmente diversi. Anche l’abbligliamento contemporaneo può nascondere delle insidie, se non conosci il sistema di riferimento della taglia (è italiana? Europea? Francese?). Inserisci nel testo dell’annuncio le misure principali, specificando se le hai prese sul capo indossato o in piano.

    Non sorvolare mai sui difetti, che vanno dichiarati e fotografati: se l’oggetto non è conforme alla descrizione l’acquirente può aprire una controversia e chiedere un rimborso, o quantomeno lasciarti una bella recensione negativa (vera kryptonite per chi rivende usato online). Allo stesso modo, un oggetto in condizioni perfette va segnalato (e prezzato) adeguatamente: se ha il cartellino, o la confezione originale, o lo scontrino, sarà molto più facile da vendere.

    Un consiglio aggiuntivo

    Se c’è ancora spazio nel campo della descrizione riassumi in breve le politiche del tuo shop. Ad esempio:

    • ogni quanto spedisci e che servizio usi (se l’app prevede la spedizione personalizzata)
    • se accetti i resi (se non vendi professionalmente non sei tenutə)
    • se fai sconti sugli ordini di più oggetti
    • se accetti prenotazioni e a quali condizioni

    Più argomenti chiarirai all’inizio e meno fraintendimenti dovrai gestire più avanti nella transazione.

    Trova la tua nicchia

    Se ti interessa rivendere usato online solo per svuotare l’armadio, i tuoi annunci conterranno un po’ di tutto. Tuttavia, per aumentare le vendite, una strategia interessante può essere quella di specializzarti in una sola categoria di oggetti. O in oggetti provenienti da uno specifico periodo storico. Questo ha un effetto positivo da diversi punti di vista:

    • chi compra ricorda più facilmente il tuo shop, e lo ricercherà quando avrà bisogno proprio di quel tipo di oggetto
    • imparerai a riconoscere velocemente tutti i dettagli utili per valutazioni e descrizioni
    • avrai meno concorrenza rispetto ai negozi generalisti

    Potrebbe sembrarti un passo troppo impegnativo, se non hai intenzione di far diventare la tua attività qualcosa di più di un hobby. Ma ricordi cosa dicevamo sul diversificare gli annunci? Puoi sempre avere tanti oggetti diversi da vendere e scegliere una sola piattaforma per tipologia. La maggior parte di siti e app per la rivendita dell’usato ti permette di salvare in bozza gli annunci, quindi puoi caricarne tanti quando hai tempo e pubblicarli pian piano.

    Non è necessario impegnarti fin da subito in questa direzione: è fisiologico aver bisogno di un po’ di tempo per capire che strada imboccare. Ma se hai già una passione, se collezioni qualcosa, se conosci bene un periodo storico, potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

    Un consiglio aggiuntivo

    Per essere ancora più riconoscibile può essere utile creare un logo personalizzato, con colori e grafiche a corredo. In questo modo sarà più facile dare al tuo negozio una presenza coerente sul web.

    Sii costante

    Il percorso tipico di chi si accosta alla vendita online segue uno schema ricorrente. Prima fase (euforia): “ho finalmente trovato il modo per fare soldi senza (troppo) sbattimento”. Seconda fase (disillusione): “vendere usato online non è così facile come pensavo”. Terza fase (disinteresse): “le piattaforme sono sature, non si vende niente”.

    Per evitare di cadere in questa trappola mentale serve fare qualche considerazione. La prima è che non è facile fare soldi online, soprattutto se vendi oggetti che non attirano collezionistɜ danarosɜ (sono pochɜ e hanno gusti invero elitari). L’app economy è la schiavitù del nostro tempo, e i soldi che guadagnerai ripagheranno solo una frazione del tempo che investirai nel fare foto, scrivere descrizioni, reperire nuovo materiale. Quindi: vola basso e occhio ai lampioni.

    La seconda considerazione è il consiglio che dà il titolo al paragrafo: non postare tutto subito, distribuisci i nuovi annunci su un intervallo di tempo che ti permetta di gestire la tua attività senza affanno ma con regolarità. Sparire per due mesi e concentrare 10 annunci in due giorni, per come funzionano gli algoritmi, significa stressarsi senza cambiare una virgola della propria visibilità. Prova piuttosto a spalmare quei dieci annunci su un periodo di venti giorni postandoli uno ogni due giorni. Sperimenta per capire qual è il ritmo più sostenibile per te, senza perderci il sonno né l’entusiasmo.

    Un consiglio aggiuntivo

    Posta in orari strategici per massimizzare la visibilità dei tuoi oggetti. Ogni piattaforma ha i suoi picchi di frequentazione, ma in genere sono sempre validi: il dopocena feriale, il weekend e le festività.

    Vendi anche offline

    Nell’ottica di tirare su qualche soldo in più, limitarsi a vendere sulle app sarebbe un’errore. Informati sui mercatini della domenica più vicini a te: affittare un banchetto per una giornata intera, se sono ben frequentati, può rivelarsi un’opzione redditizia. Venderai più oggetti in una volta sola, e senza l’incombenza di impacchettarli e spedirli. Per l’occasione scegli i pezzi più vecchi del tuo inventario (quelli che proprio non riesci a vendere) e mettili in una cesta a prezzo scontato: l’obiettivo è (anche) quello di fare spazio a casa.

    Un’altra opzione praticabile è quella di far valutare i tuoi articoli ai negozi dell’usato che rivendono per conto terzi. Qui gli articoli in ottime condizioni hanno buone possibilità di vendita; di contro, però, dovrai dividere il guadagno a metà con il negozio, con la possibilità di avere una percentuale ancora inferiore se la vendita avviene dopo 60 giorni.

    La vendita offline può avvenire anche tramite altri canali: nel caso dei vestiti vintage, ad esempio, puoi venderli all’ingrosso o noleggiarli. Per questo genere di servizi, però, di solito è necessario avere una propria attività d’impresa regolarmente registrata.

    Un consiglio aggiuntivo

    Se hai modo, visita il mercatino a cui t’interessa partecipare prima di prenotare un banchetto. Ti farai un’idea di quanto pubblico attira, quanto sono grandi le postazioni di vendita, se è logisticamente semplice parcheggiare nelle vicinanze e così via. L’ultima cosa che vorresti è prepararti per un impegno lungo un giorno senza sapere come gestire eventuali imprevisti – o se ne valga effettivamente la pena.

    Valuta le offerte

    Hai faticato per trovare un oggetto da rivendere; l’hai fotografato al meglio delle tue capacità; hai passato mezz’ora a scrivere una buona descrizione; hai fatto ricerca online per capire che prezzo dargli. Poi arriva una persona che ti offre la metà del prezzo stabilito, e l’istinto ti dice di mandarla al diavolo, subito. Il consiglio è di mettere a tacere l’istinto e valutare attentamente l’offerta, per quanto assurda possa sembrare.

    Se hai buone ragioni per credere che riuscirai a vendere l’oggetto a prezzo pieno (o con un leggero sconto) in breve tempo, rifiuta l’offerta. Può essere un tipo di oggetto che hai già venduto in passato alla stessa cifra, o che sai avere mediamente lo stesso prezzo perché l’hai visto su altri annunci. Non tutti gli articoli si muovono alla stessa velocità, e non sempre è necessario svendere.

    Se invece l’articolo in questione ha messo radici nel tuo armadio e pensi sia ora di lasciarlo libero, accetta l’offerta anche se speravi di ricavarci qualche euro in più. Man mano che avrai più esperienza svilupperai una sorta di sesto senso su cosa può andar via a prezzo basso, e su cosa puntare per avere un margine di guadagno più alto. L’importante è non farti sommergere dall’invenduto nella speranza di vendere a prezzo pieno.

    Un consiglio aggiuntivo

    Come abbiamo già detto a proposito dello scegliere il giusto prezzo, valuta la possibilità di vendere in blocco a prezzo scontato gli oggetti che non riesci a vendere singolarmente a prezzo pieno. Sarà più facile se appartengono tutti alla stessa categoria (un set di t-shirt, un set di orecchini, un set di libri e così via).

    Ricicla gli imballaggi

    Sgombriamo il campo da un grosso malinteso: rivendere è meglio che buttare, ma qualsiasi attività venga fatta da milioni di persone difficilmente sarà sostenibile di per sé (a meno che non si tratti di una riduzione dei consumi). Una maglietta di H&M, per esempio, ha già un costo altissimo in termini di sfruttamento del lavoro e delle risorse ambientali; fargli fare un altro viaggio per spedirla a chi la ricompra online aumenta ulteriormente la sua impronta carbonica.

    Ciò significa che comprare e vendere usato online non è, di per sé, un’attività che fa bene all’ambiente. Anche se l’espansione del mercato del second hand rallenta la crescita della produzione del nuovo (soprattutto se parliamo di indumenti e accessori), è bene usare qualche accortezza in più.

    Il modo più semplice per limitare i danni è usare materiale da imballaggio riciclato da altre spedizioni: scatole di cartone, buste imbottite di plastica, rivestimenti interni. Raramente un viaggio è sufficiente a renderli inutilizzabili, quindi la prossima volta che ti arriva un pacco aprilo con cautela e conserva tutti i materiali che pensi di poter riutilizzare per una spedizione successiva.

    Un consiglio aggiuntivo

    Ci sono tanti altri modi per ridurre l’impatto ambientale della compravendita online. Preferire l’acquisto locale, richiedere il ritiro a mano, riunire più ordini in una sola spedizione. Trovi tutti questi suggerimenti discussi in dettaglio nell’articolo vintage e sostenibilità: dove siamo e dove andiamo, un’intervista all’esperta di economia e moda sostenibile Arianna De Biasi.

    Tieni d’occhio il magazzino

    Il magazzino, per te che non vendi professionalmente, è una parte dell’armadio che tende a riempirsi di articoli che aspettano di trovare una nuova casa. Il rischio più grande che corri, se non dosi bene tutte le attività connesse alla vendita, è di accumulare più oggetti del dovuto.

    Il primo consiglio è il mantra di chi compra per rivendere: compra solo cose con cui non ti dispiacerà convivere se non riesci a rivenderle. Ma se hai già trovato la tua nicchia questo non dovrebbe essere un problema, perché venderai quello che ti piace e di cui sei espertə, non centrini all’uncinetto (che pure hanno il loro mercato) né figurine di porcellana (che forse è ora che vengano tutte tritate a morte).

    Il secondo consiglio è di tenere traccia di entrate ed uscite su un foglio Excel, per monitorare meglio l’andamento delle vendite. Se il magazzino si riempie a dismisura, metti da parte ogni altra attività e concentrati su come smaltire l’eccesso. Prova la vendita in blocco a prezzo ridotto su un’altra piattaforma. Prova anche con altri canali di vendita offline.

    Un consiglio aggiuntivo

    Cosa fare dell’invenduto se proprio non riesci a mandarlo via? Se è in ottime condizioni puoi provare a venderlo in conto vendita attraverso il mercatino dell’usato più vicino a te. Nel caso non riesca a passare la selezione del mercatino (succede, specie se si tratta di vestiti e accessori), prova con gli swap party, dove puoi scambiare i capi con altri dal valore equivalente. Se neanche questo funziona, è il momento di arrendersi alla necessità di fare una donazione gratuita: cerca le associazioni che gestiscono queste attività nella tua zona, o i gruppi sui social tipo “te lo regalo se vieni a prendertelo”.


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