Indice dei contenuti
- Cosa vuol dire vintage?
- Cosa significa moda vintage?
- I vestiti vintage sono usati?
- Come capire se un capo vintage è usato o nuovo?
- Che differenza c’è tra vintage e retrò?
- Come vestirsi vintage?
- Quando nasce il mercato dei vestiti di seconda mano?
- Quando nasce il vintage?
- Dove nasce il vintage?
- Perché comprare vintage?
- Dove comprare vestiti vintage economici?
- Dove comprare vintage online?
- Come vendere vestiti vintage online?
- Dove vendere vestiti vintage?
Il significato originario della parola vintage è, in francese, la raccolta dell’uva per vini di annata. Dal francese la parola passa all’inglese, dove viene usata più in generale per parlare di oggetti d’epoca di alta qualità, specialmente riferita ad abbigliamento, auto, arredamento, antichità
Nel nostro caso specifico (vintage nella moda e nell’abbigliamento), possiamo considerare vintage un capo che sia stato prodotto almeno vent’anni prima del periodo attuale. Ciò significa che rientrano nella definizione di vintage i pezzi di abbigliamento prodotti dagli anni Venti fino al Duemila. Attenzione però: vintage è parente stretto di classico, iconico, riconoscibile, tipico di una particolare epoca. Quindi la tua maglietta preferita delle medie magari ha già vent’anni, ma se non ha nulla di particolarmente distintivo (il taglio, il tessuto, la stampa, la marca) non è necessariamente vintage.
I vestiti vintage possono essere usati, ma non tutti i vestiti usati sono vintage. Essendo abiti prodotti almeno vent’anni fa, è molto probabile che chi li ha comprati in negozio li abbia indossati, prima di donarli o rivenderli (quindi sì, sono usati). Ma esistono anche i fondi di magazzino, ovvero merce invenduta conservata per decenni prima di essere rimessa in vendita a prezzo ridotto (e in questo caso no, non è usato).
Se c’è ancora il cartellino, è sicuramente proveniente da un fondo di magazzino.
Non c’è un cartellino ma l’etichetta non ha segni di usura e lavaggio: è molto probabilmente nuovo.
Se non c’è né cartellino né etichetta ma le cuciture sono intatte e non c’è segno di usura nelle zone di attrito (gomiti, ginocchia, collo, vita), potrebbe essere nuovo o poco usato.
Ci sono segni di usura nelle zone di attrito, mancano bottoni, alcune parti sono scucite, le zip sono inceppate: sicuramente usato.
Vintage e retrò hanno in comune lo stile, ma si differenziano per il periodo di produzione. Abbiamo visto che il vintage per essere definito tale deve avere almeno vent’anni; al contrario, l’abbigliamento retrò è di produzione recente e si ispira ai modelli iconici del passato. Il retrò può essere un buon compromesso se ti piace lo stile di un’epoca di cui non si sono conservati gli originali (anni ‘20 e anni ‘30 ad esempio), sia perché la produzione di abiti era più limitata, sia perché i tessuti utilizzati non hanno resistito al passare dei decenni.
Prendi familiarità con gli stili delle epoche passate: cerca su Google o su Pinterest per capire le differenze nell’abbigliamento dei vari decenni.
Inserisci qualche dettaglio vintage nel tuo solito outfit: una maglietta, una borsa, un occhiale da sole, un paio di scarpe.
Puoi comprare vintage online (vedi sotto), puoi cercare pezzi d’epoca alle bancarelle del mercato rionale o nei negozi specializzati.
Pian piano riconoscerai tessuti, colori, stampe, modelli e capirai quali preferisci e quali valorizzano meglio alla tua struttura fisica.
Riutilizzare abiti invece di comprarne nuovi è una consuetudine che si è diffusa a partire dal periodo a cavallo delle due Guerre Mondiali, periodo in cui la popolazione civile era impoverita e l’industria tessile veniva riconvertita per scopi bellici. Nel 1944 nasceva a Resìna (oggi Ercolano) il famoso mercato degli stracci americani, dove si vendevano uniformi dismesse e altri capi di provenienza statunitense.
Passata la guerra e recuperato un tenore di vita che permettesse di acquistare abiti nuovi, il passaggio concettuale da abbigliamento usato ad abbigliamento vintage avvenne all’incirca a metà degli anni Sessanta del Novecento. È del 1967 un articolo del New York Times (“The style that was is”) che fa riferimento ai giovani londinesi che affollano Portobello Road per comprare vecchie uniformi e vestiti del periodo Edoardiano – e per di più li indossano in pubblico. Se fino a qualche tempo prima il recupero di abiti del passato era legato a condizioni di forte necessità e ristrettezze economiche, da questo momento in poi il vintage si emancipa dal bisogno e diventa ricerca di uno stile individuale.
Come abbiamo detto poco sopra, il vintage come lo intendiamo oggi nasce in Inghilterra e negli Stati Uniti a metà degli anni Sessanta. Il sabato mattina al mercato di Portobello Road a Londra è il momento ideale per trovare abiti antichi; a New York nel 1965 Harriet Love apre il celebre negozio Vintage Chic, la prima boutique interamente dedicata al vintage.
Comprare vintage è un ottimo modo per avere dei pezzi unici nel proprio armadio: se vuoi crearti uno stile riconoscibile e personalizzato, il vintage è sicuramente il modo più facile per cominciare.
Il vintage è anche una scelta ecologica: in un periodo storico in cui l’industria della fast fashion è una delle più inquinanti a livello globale, comprare vestiti prodotti (almeno) vent’anni fa rientra nell’ottica del riduci riusa ricicla, le tre azioni da compiere per limitare il proprio impatto ambientale.
Se ti piace l’alta moda ma non hai la disponibilità economica per comprare vestiti e accessori di lusso, il mercato del vintage ti permette di trovare pezzi di design a prezzi più accessibili.
Puoi spendere anche solo un euro al pezzo nel mercato rionale sotto casa e trovare ottimi vestiti vintage. Basta solo avere tempo, pazienza e occhio. Lettura consigliata: Dieci trucchi per fare affari al mercato rionale.
Se non hai tempo, pazienza e occhio, puoi provare con i cosiddetti vintage kilo sale, eventi itineranti che si stanno diffondendo in tutte le principali città italiane. In questo caso non paghi il singolo capo ma paghi un prezzo fisso al chilo per ogni categoria di abito (le giacche costano più delle camicie, per esempio, perché pesano di più).
Da non dimenticare anche i mercatini dell’usato, che spesso hanno una sezione abbigliamento e accessori molto fornita, e applicano uno sconto crescente sugli articoli invenduti da mesi. Visita quelli più periferici per trovare delle vere occasioni.
Etsy marketplace specializzato in artigianato e vintage
Depop app per comprare e vendere abbigliamento e accessori vintage e di seconda mano
Ebay il nonno dei siti di e-commerce, ci trovi di tutto – comprese buone occasioni per comprare vintage a prezzi competitivi
VinoKilo e-commerce tedesco che vende abbigliamento vintage al chilo
Vestiaire Collective marketplace francese di abbigliamento e accessori di lusso second hand
Puoi vendere online su ciascuno dei siti e app già consigliati per comprare vintage (Etsy, Depop, Ebay, VinoKilo, Vestiaire Collective). La vendita diretta su questi marketplace di solito ti permette di decidere autonomamente il prezzo e di pagare una piccola percentuale sulle vendite alla piattaforma. Puoi provare anche con il Marketplace di Facebook, dove (almeno per il momento) non ci sono commissioni da pagare per pubblicare gli annunci, ma ti devi destreggiare tra varie insidie: leggi Sopravvivere al marketplace di Facebook per avere qualche dritta in più su cosa fare e cosa evitare.
Puoi affidare i tuoi vestiti in conto vendita ai mercatini dell’usato della tua città: selezionano i capi, li valutano e trattengono una percentuale a vendita avvenuta (circa la metà del prezzo stabilito). Dopo 60 giorni il prezzo si dimezza: tu puoi decidere se ritirare il capo o lasciarlo in vendita e ricavarne una cifra man mano più bassa. Questa opzione va benissimo se la tua priorità è svuotare l’armadio, perché spesso i mercatini si occupano dello smaltimento dei vestiti se rimangono invenduti; va meno bene se il tuo scopo è guadagnare dalla vendita, perché la valutazione iniziale è bassa e la selezione è spietata: basta un minimo difetto per vedersi rifiutato un capo.
Puoi anche partecipare a mercatini e fiere locali, come i car boot sales: si vende tra privati direttamente dal bagagliaio della macchina. Questo è un buon modo per iniziare ad esporre senza investire tanti soldi. Altri mercatini più strutturati (o più alla moda) chiedono quote di partecipazione più alte e fanno selezione sugli espositori, ma di solito attirano anche pubblico più motivato a comprare vestiti e accessori vintage.
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